L'identificazione varietale e clonale della vite viene tradizionalmente realizzata mediante l'"ampelografia".
Ampelografia dal greco ampelos (vite) e grafo (scrivo), significa letteralmente "descrizione delle viti", ovvero scienza che si propone di descrivere specie e cultivar di vite. In realtà il significato che diamo all'ampelografia è molto più ampio, quindi è giusto specificare che sarebbe stato molto meglio coniare ed utilizzare il neologismo "Ampeleologia" che esprime più compiutamente il senso dell'esame, verifica, confronto, studio delle varietà di vite e non solo la loro descrizione. Questo è infatti il significato che finalmente diamo all'ampelografia (Calò, 2000).
I metodi ampelologici possono essere così classificati:
- metodi descrittivi, che si basano sulla descrizione dell'habitus morfologico della pianta e sottolineano quei caratteri che la rendono diversa da quelle appartenenti ad un'altra cultivar o specie o clone;
- metodi ampelometrici, che si basano sulla misurazione di parametri di alcuni organi della pianta e, rispetto ai precedenti risentono meno della soggettività dei giudizi del rilevatore;
- metodi biochimici e biomolecolari, che si basano sulla determinazione della presenza e della quantità di sostanze contenute in organi della pianta la cui biosintesi dipende più o meno direttamente dal genotipo, o sull'analisi di particolari porzioni di DNA.
La scelta di un metodo di lavoro non esclude l'impiego degli altri; l'identificazione varietale e clonale può essere realizzata utilizzando contemporaneamente tutti e tre i tipi di metodi, anzi ciò spesso è auspicabile per compensare i limiti che ogni metodo comporta e per ottenere risultati più completi e precisi.
Nel 1983 l'O.I.V. (Office International de la Vigne et du Vin) è giunta a formulare un "Code des caractéres descriptifs des variétés et espèces de Vitis" quadrilingue (francese, inglese, spagnolo, tedesco) con il quale ha introdotto un sistema di codifica dei caratteri ampelografici descrittivi, che ne rende possibile la loro informatizzazione, poi utilizzato anche da organismi internazionali come l'International Board for Plant Genetic Resource (IBPGR) e l'Internatinal Union for the Protection of New Varieties of Plants (UPOV) per il censimento del germoplasma viticolo e la descrizione delle nuove varietà ottenute per il miglioramento genetico. Le schede ampelografiche dell'O.I.V. introducono dei concetti innovativi; ad ogni carattere infatti, si accompagna un numero di codice (per l'archiviazione computerizzata) e livelli di espressione del carattere rappresentati da numeri. Per le attribuzioni del livello di espressione vengono indicate delle varietà note a cui fare riferimento.
I caratteri sono distinti in qualitativi (con livelli di espressione discreti e discontinui), quantitativi (livelli di espressione continui) e alternativi (o assenti o presenti). Nel 1998 per semplificare le procedure, sono state apportate ulteriori modifiche alle schede di rilievo dell'O.I.V. (EU- Projet Generes 081, 1997). In questo database vengono utilizzati i principali caratteri riportati nelle scheda ampelografiche O.I.V..
I metodi ampelometrici hanno introdotto la biometria nello studio dei caratteri ampelografici misurabili. In pratica consistono nel misurare parametri riferiti ad organi della pianta (foglie, frutti, ecc.) e confrontare le misure trovate con quelle ottenute su altre cultivar o cloni.
Gli scopi per cui vengono utilizzati sono essenzialmente due:
- superare la soggettività e l'approssimazione nella valutazione dei caratteri descrittivi qualitativi;
- ottenere valori numeri di parametri caratteristi di determinati vitigni (o cloni), con la possibilità di confrontarli mediante analisi statistica e di archiviarli o trasferirli con metodi informatici.
Fin dall'inizio la foglia adulta risultò uno degli organi della pianta più adatti ad essere oggetto di misure biometriche. Le foglie, infatti, oltre ad avere un ottimo valore diagnostico, sono disponibili per un periodo del ciclo vegetativo piuttosto lungo, non occupano molto spazio, sono leggere e possono essere facilmente trasportate e conservate anche dopo essiccamento. La lamina fogliare è inoltre definita da due sole dimensioni, cosa vantaggiosa sia per ottenere riproduzioni (fotocopie) che per effettuare misurazioni. Nel presente database, pertanto, vengono utilizzati i principali caratteri ampelometri della foglia adulta (caratteri fillometrici) introdotti nelle schede O.I.V.
Tra i metodi biochimici e biomolecolari, l'analisi del polimorfismo dei microsatelliti è quello che ha avuto maggiore diffusione per le sue peculiari caratteristiche (vedi introduzione). In questo database, il profilo dei loci microsatelliti rappresenta i descrittori principali tanto che una nuova accessione non può essere introdotta nel database se non si dispone di almeno del profilo dei 6 loci microsatelliti concordati a livello internazionale (VVS2, VVMD5, VVMD7, VVM27, VrZAG62 e VrZAG79). È inoltre possibile associare ad ogni singola accessione il profilo di qualunque altro locus microsatellite al momento caratterizzato.